Il nuovo Codice del Terzo Settore, previsto dal Decreto Legislativo 117/2017, costituisce una vera e propria rivoluzione del mondo del volontariato
Si tratta di un colossale “riordino” di leggi, decreti, norme e regolamenti che si sono accumulati negli anni e che avevano reso molto complessa la normativa di riferimento. Ma si tratta altresì dell’introduzione di una direttiva molto più precisa e specifica che diventerà la “bibbia” di riferimento per tutte le organizzazioni che svolgono attività senza scopo di lucro.
Innanzitutto, viene costituito un Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) dentro il quale confluiranno tutti i soggetti ora distribuiti nei vari elenchi quali le Organizzazioni di Volontariato (OdV), le Associazioni di Promozione Sociale (APS), le ONLUS (Organizzazioni non lucrative), le Fondazioni e tanti altri. Tutte queste organizzazioni, pur mantenendo le specifiche caratteristiche legate alla tipologia delle loro attività, assumeranno l’unica denominazione di Ente del Terzo Settore (ETS).
Viene poi delineata per il mondo no profit una nuova disciplina fiscale che introduce tutta una serie di esenzioni e vantaggi economici, nuovi stanziamenti statali sotto forma di incentivi fiscali maggiorati (per le associazioni, per i donatori e per gli investitori nelle imprese sociali), di risorse del nuovo “Fondo progetti innovativi”, di lancio dei “Social bonus” e dei “Titoli di solidarietà”.
Senza contare che diventano per la prima volta esplicite in una legge alcune indicazioni alle Pubbliche Amministrazioni: come cedere alle associazioni senza oneri dei beni mobili o immobili per manifestazioni; assegnare sedi in comodato gratuito o a canone agevolato per la riqualificazione; incentivare la cultura del volontariato (soprattutto nelle scuole); infine coinvolgere gli ETS sia nella programmazione che nella gestione di servizi sociali “se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato”.
Un altro aspetto importante è previsto dall’articolo 55 del Codice nel quale si definisce che la co-programmazione e la co-progettazione sono strumenti finalizzati all’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari e le modalità di realizzazione degli stessi. Il Terzo Settore può partecipare a pieno titolo alla formazione di politiche pubbliche con le Amministrazioni Comunali portando la propria capacità di lettura.
Come dicevamo, dunque, si tratta di una vera e propria rivoluzione che ridisegna non solo la disciplina di riferimento, ma introduce un nuovo modo di valorizzare e di mettere a frutto le energie che il mondo del volontariato dimostra continuamente di saper mettere a disposizione delle comunità.
Ma cosa devono fare le associazioni che già operano sul territorio?
Le azioni da portare a termine non sono così complesse, ma richiedono impegno ed attenzione. Prima di tutto, i soggetti che non hanno mai preso in considerazione di registrare il proprio Statuto, di iscriversi al Registro del volontariato e adeguarsi alle norme finora in vigore, sono sollecitate a farlo nel più breve tempo possibile. Tutte le associazioni dovranno adeguare i loro Statuti, la loro struttura e la loro organizzazione ai requisiti dettati dal nuovo Codice: il rispetto di vari obblighi riguardanti la democrazia interna, la trasparenza nei bilanci, i rapporti di lavoro ed i relativi stipendi, l’assicurazione dei volontari, la destinazione degli eventuali utili ed altri aspetti.
Sembra ovvio sottolineare che tutte quelle associazioni che non si adegueranno saranno destinate ad operare senza supporto, senza tutele e rischieranno di non poter più perseguire i loro obiettivi e concretizzare i loro progetti.
Il nuovo Codice, promulgato già dal 2017, e le proroghe che si sono susseguite a causa dell’emergenza sanitaria, danno tempo fino al prossimo 30 maggio 2022 per adeguarsi ai nuovi dettami e prevede diversi supporti ed agevolazioni a riguardo. Ad esempio: le modifiche agli Statuti che dovranno essere effettuate per tali adeguamenti potranno essere approvati dalle assemblee a maggioranza semplice anziché a maggioranza qualificata (e questo può facilitare di molto la procedura). Inoltre, tutte le registrazioni effettuate all’Agenzia delle Entrate degli Statuti modificati a tale scopo saranno esenti dall’imposta di registro (e questo non è poco).
La ProLoco di Rivolta d’Adda è stata tra i primi soggetti ad adeguare la propria struttura ed è in attesa di confluire, come Ente del Terzo Settore, nel nuovo Registro Nazionale.
I nostri volontari si mettono volentieri a disposizione delle altre organizzazioni del volontariato del nostro territorio che si trovassero in difficoltà con questi adempimenti.
La partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica non è più rinviabile e il volontariato è la forma più semplice e più diffusa per attuarla.
Non perdiamo l’occasione di valorizzare l’energia del volontariato. Mettiamocela tutta e guardiamo avanti!